domenica 26 gennaio 2014

giovedì 9 gennaio

Il secondo giorno di visita a Amsterdam, ci svegliamo presto, pronti ad affrontare un'altra giornata in quella che tutti considerano la capitale del proibito e del divertimento... ma il divertimento ognuno lo interpreta a modo suo... divertimento è il piacere di seguire le proprie inclinazioni.
Io, la mia passione la trovo già qui, in albergo.
L'Ambassade Hotel è composto da 10 palazzi seicenteschi lungo i canali Herengracht e Singel, in una zona tranquilla nella Cintura di Canali di Amsterdam. Prima di colazione ci avventuriamo un po' in giro nelle aree comuni della struttura che ospita le nostre camere ed eccoci in una magnifica sala da te ricca di atmosfera, coi suoi lampadari in cristallo accesi nella penombra della mattinata uggiosa, i suoi divani di broccato, gli ampi tappeti sull'intavolato del pavimento lucido, la tappezzeria in tinta con i pesanti tendaggi... mi ci vuol poco ad immaginare uno scrittore d'altri tempi, seduto in una di queste eleganti poltrone,  con una tazza di te appoggiato sul basso tavolino che medita sulla trama del suo prossimo romanzo... 
Perché mi vene in mente proprio uno scrittore... Venite con me e capirete...  
Scendiamo una di quelle tipiche scale olandesi ripide e strette che collegano i tanti piani delle case che crescono (storte) in altezza, e raggiungiamo... la libreria.
Per me, una vera e propria area sacra: libri che tappezzano tutte le pareti della stanza. rilassanti poltroncine e tavoli di legno massiccio. Quella dell'Ambassade Hotel è una biblioteca con oltre 3.000 libri, tutti autografati dagli autori durante il loro soggiorno presso questa stessa struttura. Beh, per quel che mi riguarda ce n'è abbastanza per continuare a sognare, e al momento del comiato, complimentandoci per la loro rara collezione, chiediamo di poter lasciare in omaggio uno dei miei libri, naturalmnte autografato, come vuole la tradizione. L'educatissimo personale dell'hotel accetta con entusiasmo! (chissà se è finito in quella mitica sala di lettura o è stato cestinato... non ci resta che tornare ad Amsterdam per sincerarcene.)
Ma non tutti i membri della nostra spedizione hanno uno spirito letterario e, per chi è mosso da curiosità più squisitamente scentifiche, oggi è prevista la visita al Nemo.
Il Nemo è il più grande centro scientifico dei Paesi Bassi.  Il palazzo che lo ospita è stato progettato dall'architetto italiano Renzo Piano ed ha il profilo di un gigantesco scafo Verde che si protende nelle acque del porto.  La mattinata, densa di una pioggerellina fredda e insistente che ti sferza a raffiche trasportata dal vento si presta ad una gita in ambiente chiuso. 
Appena entrati ci accorgiamo che i cinque piani della struttura risuonano di un vociare allegro che rende perfettamente l'idea dell'ètà media dei suoi visitatori. In un primo momento ci sorge spontaneo il dubbio che avremmo fatto bene ad 'affittare' un paio di bambini per dar meno nell'occhio, ma ci basta superare la biglietteria e raggiungere il primo piano per renderci conto che non ce n'è assolutamente bisogno. 
Cominciamo noi stessi a fare bolle di sapone così grandi da poterci entrare dentro per intero, tocchiamo, manipoliamo ogni singolo marchingengo... sussurriamo dentro timpani giganteschi per udire perfettamente le nostre voci dall'altro capo dell'immenza stanza, scomponiamo la nostra immagine allo specchio e alteriamo le ombre in esperimenti semplici e al tempo stesso sorprendenti... costruiamo condotte forzate per creare energia elettrica, seguiamo il ciclo dell'acqua dalla pioggia al rubinetto di casa... E, salendo di piano in pianto, ci cimentiamo con esperimenti via via più complessi che ci introducono alla robotica, all'ingengeria di ponti sospesi, 'giochiamo' con la musica, il magnetismo... e, neanche a dirlo, due lauree non bastano a impedire che uno dei nostri baldi scienziati finisca col prendere una sonora scossa esplorando i campi della conduzione elettrica! (eh, eh, eh, io sto ancora ridendo!). E poi ancora, su, piano per piano, fino a scoprire a nostre spese gli insani trabocchetti della mente con divertentissimi giochi di stimolazione delle funzioni celebrali...
Insomma, arrivano le due del pomeriggio e noi non ce ne accorgiamo neppure. Usciamo dal Nemo giusto in tempo per un veloce pranzo in una paninoteca poi riprendiamo la nostra camminata.

Ha quasi smesso di piovere ma il vento continua a soffiare freddo, con raffiche così violente che hai l'impresisone che ti spostino. La nostra meta è ancora una volta il centro di Amsterdam per godere un'ultima volta della bellezze delle sue pittoresche vie e dei suoi canali.

Ed eccoci in quello che è uno dei posti più suggestivi della città: il mercato dei fiori.
Da una parte, i chioschi direttamente sospesi sul canale a perdita d'occhio creano già di per sé un'immagine affascinante, dall'atra il tripudio di colori profuso in ogni stagione incanta l'occhio. Bulbi, piantine, arbusti e poi fiori recisi... a mazzi nei vasi sulle rastrelliere e poi appesi al soffitto come ghirlande... E' una serie immensa di serre, una dietro l'altra, curate e vive, che si fanno concorrenza tra di loro per bellezza e al tempo stesso si completano creando un insieme suggestivo e variopinto che accende il pomeriggio che uggioso si specchia nelle acque del canale.

Anche qui le ore passano infretta, appena il tempo di riempirci gli occhi di colori e gli zaini di souvenir che a primavera ci ricordino il nostro soggiorno nel paese dei tulipani e dei mulini a vento, delle case storte e ci muoviamo per raggiungere l'aeroporto.
Sono le 20.55 il nostro aereo parte in orario, prima di salire ho controllato il nostro conta-passi: 17550 che aggiunti ai 27360 di ieri sono esattamente 44910.
44910 splendidi passi per visitare Amsterdam in soli due giorni, un potenziale week-end che consiglio a tutti.

A questo punto, però, è doveroso un ringraziamento.

Ringrazio i miei compagni di viaggio per lo splendido  regalo per il mio ....esimo compleanno.
 



lunedì 20 gennaio 2014

Mercoledì 08 gennaio

Tanto per cominciare il team è lo stesso del viaggio nelle Highlands: squadra 'che si diverte' non si cambia! (Per chi non ci avesse seguito o volesse rivederlo http://scozia330ml.blogspot.it/ )

La vera sfida questa volta  è farlo in due giorni.
Si tratta di partire da Milano con un volo alle 7.05 in modo da essere in giro per quella che viene definita la capitale del divertimento e del proibito già alle 9.30, avere due giornate intere per godere quanto più possibile del fascino delle sue architetture storiche e moderne e riprendere il volo di rientro alle 20.55 della sera successiva.  

Vogliamo provare?

E va bene, lo ammetto, arrivare prima delle cinque del mattino in aeroporto non è il massimo. Noi ci siamo presi avanti perché la località della nostra partenza non è proprio vicino a Milano e, considerate anche le previsioni di nebbia sulle autostrade, arrivare in ritardo per il check-in sarebbe stato imperdonabile. 
Ma va bene così: ci concediamo quello che sappiamo benissimo sarà l'ultimo caffè decente per le prossime quarantott'ore e siamo pronti!

Il volo è in orario. L'alba ci sorprende oltre l'ala dell'aereo col suo gioco di colori soffusi che si accendono rapidamente come lo scorrere delle nuvole sotto di noi, e la magia comincia.
Atterriamo a  Schiphol in orario, col tempo buono, e subito scendiamo ai piani inferiori per prendere il treno che ci porterà direttamente in centro ad Amsterdam. 
A nostro avviso il modo migliore per godere di una città piena di fascino come quella che stiamo per visitare è farlo esclusivamente a piedi perciò, da questo preciso momento, azzeriamo il nostro conta-passi e ce lo mettiamo in tasca.
Ci basta uscire dalla stazione, e voltarci a guardare l'edificio dal quale siamo appena venuti fuori per cominciare a lustrarci gli occhi.  
Stazione ferroviaria.
Con la sua duplice cromaticità, le eleganti guglie e l'oro delle finiture che luccica nell'aria umida, la stazione di Amsterdam è solo uno dei tanti gioiellini che appariranno più o meno inaspettatamente sui nostri passi. 

Piazza Dam
Attraversiamo la strada e ci affacciamo al primo di una serie di canali semicircolari che cingono il vecchio porto e dopo solo pochi minuti di cammino eccoci nella storica e monumentale piazza Dam, costruita sulla prima diga sull'Amstel e centro per antonomasia della città. Riprendiamo il nostro cammino solcando le tante aree pedonali contornate di negozi che si animano a mattinata ormai inoltrata e calpestando gli argini di canali sui quali si affacciano tante  pittoresche costruzioni rinascimentali. 


Una cosa colpisce subito delle case di Amsterdam: sono storte!!  Una prima risposta a questo affascinate aspetto visivo ci viene data dalla storia, quando le case sui canali venivano costruite, dalle famiglie signorili, non senza pagare una cospicua tassa direttamente proporzionale alla loro larghezza. Logico quindi che le case crescessero soprattutto in altezza con all'interno scale ripide e strette che non permettevano di far accedere ai piani superiori mobili di grandi dimensioni. A questo scopo ogni casa veniva provvista di una carrucola sul tetto e di una facciata spiovente in avanti per impedire che i carichi sollevati rovinassero la stessa. Detto ciò, l'architettura fantasiosa di questi edifici non si limita certo alla funzionalità di quanto appena descritto.  
Guardate voi stessi in queste fotografie, e non pensate subito che la sottoscritta sia già sotto l'eggetto di fumo (passivo) particolarmaente buono (sì, i coffee shop ci sono, ma noi abbiamo deciso che di questa esperienza ne possiamo ancora fare tranquillamente a meno). Le case pendono! E non solo in avanti, tanto che ti chiedi se i pavimenti all'interno siano diritti! Personalmente mi verrebbe voglia di andare a suonare ad uno di quei campanelli e chiedere se mi fanno salire in camera e mi permettono di lasciare cadere una biglia... così tanto per capire...

Ci sarebbe da andare avanti ore, sempre col naso all'insù e poi guardando bene a destra e a sinistra, (e lo faremo) ma, dopo aver comprato, per pranzo, patate serviteci in un cono di cartoncino da mangiare camminando, decidiamo di concederci cinquanta minuti seduti su di un battello per guardare la città da un altro punto di vista e, solcando lentamente le sue vie d'acqua capiamo ancora meglio perché Amsterdam e i suoi canali siano a buona ragione considerate dall'UNESCO patrimonio dell'umanità fin dal 1996.
 
Dighe e ponti che si aprono al nostro passaggio, archi in pietra che si susseguono inanellati a formare un singolare effetto ottico, affascinanti case galleggianti dalle cui vetrate sbirciare salotti accoglienti come raffinate dimore cittadine. 




A questo punto dobbiamo proprio trovare il nostro l'albergo.
La nostra guida, nonché ideatore del tour/fotografo ufficiale, (chissà che questa volta non lo convinciamo davvero a mettere a disposizione di questo modesto blog alcuni dei suo scatti migliori) sa esattamente dove andare!
Si, va beh... però visti così i canali sembrano tutti uguali... siamo sul primo... no, sul terzo... di qui non c'eravamo già passati!?!
E finalmente eccolo!  Proprio dove lui diceva che sarebbe stato! (io continuo a credere che ci siamo arrivati praticamente per caso).
L'Hotel Ambassade è una di quelle bellissime costruzioni che si affacciano sui canali concentrici che attraversano la città, ve ne parlerò più dettagliatamente domani, intanto prendiamo possesso della nostra stanza, posiamo gli zaini, ci concediamo una brevissima pausa, (non più di un'ora) poi siamo di nuovo per strada.
Il pomeriggio muore infretta e una nuova atmosfera si appropria dell'intera città.
I canali si accendono di luce riflessa, le facciate delle case si vestono di
bagliori che esaltano i loro inchini e le strade si riempiono, ancora più di prima, mentre le vetrine danno il meglio di sé. 
Noi arriviamo fino a vedere il quartiere dei musei, suggestivo anche da fuori, pur sapendo che la natura del nostro tour non prevede la visita neppure a quello più famoso di Van Gogh a causa del tempo limitato. (Naturalmente ci riproponiamo di tornare!)

Infine cerchiamo un posto dove andare a cena.
La nostra ineguagliabile guida ha già pensato anche a questo individuando, con un'intelligente navigazione in internet prima ancora della partenza, un ristorantino, tale 'Pantry', dove assaporiamo una cucina tipica davvero buona e un'accoglienza gentile altrettanto tipica, pare, da queste parti.

Per concludere la serata non ci resta che una breve escursione nel famoso 'red light distric', non potevamo mica perdercelo! (A tale proposito permettetemi solo di dire che non si vede niente di molto diverso da quello che si vede su molte delle nostre strade dopo le nove di sera con la differenza che tutto appare molto più controllato e controllabile sia da un punto di vista igienico che legale. Quanto alla moralità della cosa... sospendo il giudizio: di questi tempi ad essere italiani c'è poco da voler dare lezioni di morale, purtroppo!!!) Poi si torna in albergo.
Ed eccoci alla prima resa dei conti: una volta in stanza, prendo dalla tasca dei miei pantaloni il conta-passi (Ve n'eravati dimenticati vero!?!?!! Noi no!) e registriamo sul nostro diario di viaggio quello che è il traguardo della nostra prima giornata ad Amsterdam:  27360 passi. 
Mica male però!?
Seguiteci ancora, nella nostra seconda giornata ad Amsterdam ogni membro del gruppo avrà modo di coltivare le sue inclinazioni in una maniera del tutto eccezionale.
Poi, naturalmente, ci potrete accompagnare a fare acquisti al suggestivo mercato dei fiori sospeso sul canale.