Il secondo giorno di visita a Amsterdam, ci svegliamo presto, pronti ad affrontare un'altra giornata in quella che tutti considerano la capitale del proibito e del divertimento... ma il divertimento ognuno lo interpreta a modo suo... divertimento è il piacere di seguire le proprie inclinazioni.
Io, la mia passione la trovo già qui, in albergo.

L'Ambassade Hotel è composto da 10 palazzi seicenteschi lungo i canali
Herengracht e Singel, in una zona tranquilla nella Cintura di Canali di
Amsterdam. Prima di colazione ci avventuriamo un po' in giro nelle aree comuni della struttura che ospita le nostre camere ed eccoci in una magnifica sala da te ricca di atmosfera, coi suoi lampadari in cristallo accesi nella penombra della mattinata uggiosa, i suoi divani di broccato, gli ampi tappeti sull'intavolato del pavimento lucido, la tappezzeria in tinta con i pesanti tendaggi... mi ci vuol poco ad immaginare uno scrittore d'altri tempi, seduto in una di queste eleganti poltrone, con una tazza di te appoggiato sul basso tavolino che medita sulla trama del suo prossimo romanzo...
Perché mi vene in mente proprio uno scrittore... Venite con me e capirete...

Scendiamo una di quelle tipiche scale olandesi ripide e strette che collegano i tanti piani delle case che crescono (storte) in altezza, e raggiungiamo... la libreria.
Per me, una vera e propria area sacra: libri che tappezzano tutte le pareti della stanza. rilassanti poltroncine e tavoli di legno massiccio. Quella dell'Ambassade Hotel è una biblioteca con oltre 3.000 libri, tutti
autografati dagli autori durante il loro soggiorno presso questa stessa struttura. Beh, per quel che mi riguarda ce n'è abbastanza per continuare a sognare, e al momento del comiato, complimentandoci per la loro rara collezione, chiediamo di poter lasciare in omaggio uno dei miei libri, naturalmnte autografato, come vuole la tradizione. L'educatissimo personale dell'hotel accetta con entusiasmo! (chissà se è finito in quella mitica sala di lettura o è stato cestinato... non ci resta che tornare ad Amsterdam per sincerarcene.)

Ma non tutti i membri della nostra spedizione hanno uno spirito letterario e, per chi è mosso da curiosità più squisitamente scentifiche, oggi è prevista la visita al Nemo.
Il Nemo è il più grande centro scientifico dei Paesi Bassi. Il palazzo che lo ospita è stato progettato dall'architetto italiano Renzo Piano ed ha il profilo di un gigantesco scafo Verde che si protende nelle acque del porto. La mattinata, densa di una pioggerellina fredda e insistente che ti sferza a raffiche trasportata dal vento si presta ad una gita in ambiente chiuso.

Appena entrati ci accorgiamo che i cinque piani della struttura risuonano di un vociare allegro che rende perfettamente l'idea dell'ètà media dei suoi visitatori. In un primo momento ci sorge spontaneo il dubbio che avremmo fatto bene ad 'affittare' un paio di bambini per dar meno nell'occhio, ma ci basta superare la biglietteria e raggiungere il primo piano per renderci conto che non ce n'è assolutamente bisogno.

Cominciamo noi stessi a fare bolle di sapone così grandi da poterci entrare dentro per intero, tocchiamo, manipoliamo ogni singolo marchingengo... sussurriamo dentro timpani giganteschi per udire perfettamente le nostre voci dall'altro capo dell'immenza stanza, scomponiamo la nostra immagine allo specchio e alteriamo le ombre in esperimenti semplici e al tempo stesso sorprendenti... costruiamo condotte forzate per creare energia elettrica, seguiamo il ciclo dell'acqua dalla pioggia al rubinetto di casa... E, salendo di piano in pianto, ci cimentiamo con esperimenti via via più complessi che ci introducono alla robotica, all'ingengeria di ponti sospesi, 'giochiamo' con la musica, il magnetismo... e, neanche a dirlo, due lauree non bastano a impedire che uno dei nostri baldi scienziati finisca col prendere una sonora scossa esplorando i campi della conduzione elettrica! (eh, eh, eh, io sto ancora ridendo!). E poi ancora, su, piano per piano, fino a scoprire a nostre spese gli insani trabocchetti della mente con divertentissimi giochi di stimolazione delle funzioni celebrali...
Insomma, arrivano le due del pomeriggio e noi non ce ne accorgiamo neppure. Usciamo dal Nemo giusto in tempo per un veloce pranzo in una paninoteca poi riprendiamo la nostra camminata.

Ha quasi smesso di piovere ma il vento continua a soffiare freddo, con raffiche così violente che hai l'impresisone che ti spostino. La nostra meta è ancora una volta il centro di Amsterdam per godere un'ultima volta della bellezze delle sue pittoresche vie e dei suoi canali.

Ed eccoci in quello che è uno dei posti più suggestivi della città: il mercato dei fiori.

Da una parte, i chioschi direttamente sospesi sul canale a perdita d'occhio creano già di per sé un'immagine affascinante, dall'atra il tripudio di colori profuso in ogni stagione incanta l'occhio. Bulbi, piantine, arbusti e poi fiori recisi... a mazzi nei vasi sulle rastrelliere e poi appesi al soffitto come ghirlande... E' una serie immensa di serre, una dietro l'altra, curate e vive, che si fanno concorrenza tra di loro per bellezza e al tempo stesso si completano creando un insieme suggestivo e variopinto che accende il pomeriggio che uggioso si specchia nelle acque del canale.
Anche qui le ore passano infretta, appena il tempo di riempirci gli occhi di colori e gli zaini di souvenir che a primavera ci ricordino il nostro soggiorno nel paese dei tulipani e dei mulini a vento, delle case storte e ci muoviamo per raggiungere l'aeroporto.
Sono le 20.55 il nostro aereo parte in orario, prima di salire ho controllato il nostro conta-passi: 17550 che aggiunti ai 27360 di ieri sono esattamente 44910.
44910 splendidi passi per visitare Amsterdam in soli due giorni, un potenziale week-end che consiglio a tutti.
A questo punto, però, è doveroso un ringraziamento.


Ringrazio i miei compagni di viaggio per lo splendido regalo per il mio ....esimo compleanno.
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